Giro d’Italia 2020, Cristian Salvato: “I corridori mi hanno chiesto di evitare di fare tante ore sotto l’acqua. 16 squadre su 18 hanno votato contro””

La riduzione della tappa odierna del Giro d’Italia 2020 continua a far parlare. A esprimersi nello studio del Processo alla Tappa di Rai2 è stato nel post-tappa anche Cristian Salvato, Presidente dell’ACCPI (Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani) e delegato CPA (l’associazione internazionale dei ciclisti professionisti) sulla Corsa Rosa. L’ex corridore ha difeso la decisione di rinviare la tappa, anche se non mancano le critiche per avere ceduto a delle condizioni meteo che non sembravano proibitive.

“Non è stato applicato il protocollo meteo – spiega –  È nato tutto ieri sera con i corridori che hanno iniziato a chiedermi, in quanto delegato del CPA, se si poteva accorciare la tappa. Ho fatto subito presente che era troppo tardi, che si conosceva da un po’ di tempo la situazione, tanto che da qualche mese si correva da ottobre e da qualche giorno la situazione meteo. È stata una notte intensa […] I corridori sono arrivati abbastanza tardi in hotel, questa mattina presto mi son messo al telefono e i corridori erano già in pullman. Dopo tre tappe in cui hanno fatto 600 chilometri e 15000 metri di dislivello, hanno detto di voler evitare di fare tante ore sotto l’acqua, considerando anche quando son partiti c’erano 11 gradi”.

Salvato ha voluto anche precisare che lo sfogo di Roberto Reverberi non avrebbe fondamento. “I corridori della Bardiani lo sapevano benissimo – afferma incalzato da Alessandra De Stefano – c’è un gruppo Telegram con anche loro. Ho parlato con gli stessi corridori, poi se Bruno Reverberi vuole dire cose che non sono vere… Mi ha chiamato anche suo figlio questa mattina…”

Malgrado abbia rappresentato i corridori e cerchi di difenderli anche dopo che questa decisione ha subito molte critiche da parte di appassionati e addetti ai lavori, Salvato precisa il suo ruolo e come si è svolta la decisione, che sarebbe arrivata con una forte maggioranza. “Anche io ho provato a convincere i corridori, dando il mio consiglio, ma io rappresento i corridori. Si è votato su Telegram. Sui rappresentanti di 18 squadre, sono stati in 16 a votare di non voler partire. Chi dice che non lo sapeva non dice una cosa vera”.

Un riferimento a tutti coloro che stamani dicono di essere arrivati alla partenza ignari di quanto successo. Tra questi anche Vincenzo Nibali, che tuttavia ha contestato anche l’utilizzo di un mezzo come le chat per affrontare con questi argomenti, spiegando che non si aspettava tutto questo per quanto avesse saputo lui dai suoi compagni di squadra.

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